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In attesa dell’olivagione 2024. Piccole, non più tanto piccole, olive crescono

Queste sono le olive della speranza. Nel Salento, a Lequile. Non tutti gli olivi sono stati decimati dalla Xylella. La rinascita dell'olivicoltura è possibile

Olio Officina

Qui dove il mare luccica e tira forte il vento

Osservate con attenzione queste bottiglie. Contengono olio extra vergine di oliva e sono state prodotte e confezionate dal Frantoio di Sant'Agata d'Oneglia. Siamo in una località di mare il cui porto, a Imperia, è stato storicamente legato all'olio e non poteva certo mancare un omaggio così intimamente dedicato: Cru daMare. Mettetevi comodi, distesi davanti al mare mentre ascoltate la canzone "Caruso", di Lucio Dalla. Poi aprite una di queste bottiglie, ma anche tutte e tre, se volete, e sentite tutto il profumo di buono che si avverte all'assaggio, e versate infine su una bruschetta. Ci pensate? Non facciamo altro che aspettare la quattordicesima edizione di Olio Officina Festival  così da affrontare il tema portante: L'olio e il mare. Avete capito il nesso? L'olio è intimamente legato al mare. Stay tuned, come si suol dire. Qui dove il mare luccica e tira forte il vento...

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Bottiglie d’olio come barche a vela

L'illustrazione che potete ammirare riprende con grande eleganza una celebre bottiglia di olio extra vergine di oliva a marchio San Giuliano. È l'immagine con cui la Domenico Manca Spa di Alghero ha inteso salutare l'arrivo dell'estate con il motto "l'olio San Giuliano è pronto a dirigere tutti verso il gusto migliore, anche durante l'estate". E ancora: "C’è un olio che ti porta tra i profumi di un’isola. Dop Sardegna. L’extravergine 100% sardo, prodotto con orgoglio dal 1916". È incredibile come l'olio sia strettamente legato al mare. Non è un caso che la quattordicesima edizione di Olio Officina Festival, in programma dal 20 al 22 marzo 2025 a Milano, abbia proprio come tema portante "l'olio e il mare". Non resta altro che dare il via alla nostre più sane e galoppanti fantasie

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Non dimentichiamo le olive

Non trascuriamo le olive da tavola. Spesso ci si dimentica della loro importanza nella dieta alimentare. Ecco allora un impegno nel fare formazione e cercare di far acquisire nuove conoscenze. Per esempio, come proporre nei bar e nei ristoranti le olive destinate al consumo diretto e quelle da utilizzare quale ingrediente in cucina. Noi, con Olio Officina Festival, ci siamo affidati a Roberto De Andreis, componente del Gruppo esperti olive da tavola del Consiglio oleicolo internazionale. Deve restare sempre alta l'attenzione

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L’olio è compartecipe della cucina

Secondo lo chef Matteo Scibilia - che vedete qui ritratto da Gianfranco Maggio con, tra le mani, il numero 18 di OOF Magazine - l'olio extra vergine di oliva ha un percorso molto complesso nei ristoranti. Non lo si può far pagare al cliente. "Nonostante che nel mio locale vengano presentati agli ospiti extra vergini differenti per cultivar e origine, io - puntualizza - non li faccio pagare, a differenza del vino. Questo - aggiunge - perché  è sempre stato così. Non c’è mai stato un periodo storico in cui l’olio venisse inserito nel conto insieme alle altre pietanze consumate. Il commensale ad oggi è poco sensibile, non accetterebbe di pagare l'olio che utilizza. Soprattutto se il personale di sala non ha le giuste competenze per saperlo raccontare". E voi, cosa ne pensate?

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Favorire la cultura della differenziazione

Secondo il direttore del Ceq, nonché direttore di Unifol, Mauro Meloni, "anche se lentamente, la cultura  intorno all'olio continua fortunatamente a crescere. Negli ultimi anni sono cresciuti gli oli monovarietali, che hanno dato un'identità alle cultivar; sono cresciuti gli oli biologici, quelli Made in Italy anche di alta qualità, gli oli sostenibili e quelli diversamente certificati, per non parlare delle innovazioni di processo de prodotto, che hanno introdotto nuovi materiali e forme nelle confezioni. E se le Dop non hanno mai trovato terreno fertile tra i consumatori, è perché poco è stato fatto..."

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Le buone letture di un food designer che apprezza l’olio

Si chiama Mauro Olivieri il signore che trovare ritratto in questa foto di Gianfranco Maggio. Si tratta di una figura di riferimento per quanti concepiscono il cibo non solo per il piacere di degustarlo e mangiarlo, ma anche per il lato bello e funzionale con cui ogni ingrediente che entra a far parte di ogni ricetta si presenta ai nostri sensi. Nel numero 18 di OOF Magazine, il food designer Olivieri compare da protagonista in un articolo in cui si presenta un manufatto di sua ideazione, l'Oliena, concepito per esaltare colore, profumi e sapori dell'olio extra vergine di oliva

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Le campagne bruciano, nella totale indifferenza dello Stato

Brucia l'olivo, brucia la vigna, bruciano i campi di grano. I piromani sono entrati in azione nella più totale libertà. Le campagne vengono saccheggiate. Le campagne diventano discarica. Lo Stato nel frattempo dichiara la propria non esistenza scegliendo di abbandonare l'agricoltura a se stessa.  Tutte le parole spese sul territorio, sulla tutela del paesaggio, quando le sentite pronunciare da parte di una figura che rappresenta un organo istituzionale, sappiate che sono vuote e insulse parole ipocritamente articolate solo per fare scena. Gli incendi appiccati dai piromani intanto impazzano, soprattutto nelle giornate più favorevoli, quelle a vantaggio di vento, così da poter causare più danni possibili. Da qui a godere del fuoco che divora oliveti, vigneti, campi di grano ci si mette di mezzo l'indifferenza di Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri, Vigili urbani. Da parte loro, la più totale noncuranza e insensibilità. Nessuno fa niente. Gli agricoltori sono lasciati nel più totale isolamento. Più dell'atto barbaro dei piromani, ferisce l'assenza dello Stato. Questa, e un'altra immagine, riprende un olivo tra i tanti e una vigna fatti ardere, devastati dalle fiamme, ma lo scenario delle campagne salentine, in provincia di Lecce, è ancora più desolante. Si allertano gli organi preposti, ma non si curano di intervenire. Penseranno, forse: a che servono le campagne? Già, a che servono? Io ritengo che uno Stato che meriti rispetto dovrebbe quanto meno risarcire gli agricoltori per i continui danni subiti

Luigi Caricato


L’olivicoltura d’alta quota ha questi volti

Quelli che vedete sono alcuni tra i protagonisti della rinascita degli olivi posizionati in slta collina e in aree montane. Vengono tutti dalla Liguria, dove è nato il movimento culturale TreeDream. Hanno tutti un obiettivo importante: evitare l'abbandono della coltivazione in quei territori dalla orografia complessa. In questa foto trovate i volti di chi crede nella olivicoltura quale presidio del paesaggio e delle comunità rurali: Giuseppe Stagnitto, portavoce TreeDream; Samuele Cama, maestro di muretti a secco; Luciano Gallizia, presidente Cooperativa di Arnasco; Nicola Piccardo, olivicoltore; Fabio Dell’Oriente, oloivicoltore; e Flavio Lenardon, presidente movimento culturale TreeDream

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A scuola di assaggio con le olive da tavola

C'è tutto un mondo, ancora inesplorato, da scoprire. La bontà di un'oliva da mensa la si può riconoscere in tutta evidenza attraverso il giusto approccio sensoriale, acquisendo le opportune tecniche di degustazione, con l'utile supporto di un apposito righello. Nel corso della settima edizione del Forum Olio & Ristorazione si è svolto un corso di assaggio organizzato da Olio Officina sotto la direzione del capo panel Roberto De Andreis

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L’olio da meditazione

Nella foto, mentre si accinge a gustare un calice d'olio, potete ammirare l'assaggiatrice Onaoo Elena Tordi. Partecipando alla settima edizione del Forum Olio & Ristorazione, ha avuto modo di chiedere se si conosca il vino da meditazione. Ebbene, proprio ascoltando i relatori del Forum la Tordi ha pensato "ai grandi vini che non hanno bisogno di accompagnare alcun cibo", ma che "soltanto a fine pranzo, o cena, possono creare conversazioni, pensieri e parole. Ci sono vini aromatici di buona qualità - ammette Elena Tordi - serviti alla giusta temperatura in un bicchiere regale", bevendolo "con amore , e sorseggiandolo perché duri a lungo. Ecco - aggiunge - penso a un bicchiere regale anche per l’olio da olive di qualità, così da soddisfare tutti i sensi la vista, il colore, l’olfatto, il tatto, il gusto e l’udito. Capisco - chiarisce - vi starete chiedendo che il rito dell’olio non può essere come il rito per il vino, sì, ma io insisto e sono convinta che un buon ristorante, magari con oleoteca, potrà guidarci nella scelta assecondando ogni nostra esigenza"

Come per ogni vino importante che deve avere un suo particolare bicchiere anche per l’olio in base ad ogni olivigno si potrà avere un bicchiere particolare.
L’olio di intrattenimento e perchè no l’olio da meditazione e da raccontare.

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Tanta musica per il palato

C'è olio e olio. Alcuni di questi ci invitano all'ascolto. Come l'olio "Musicale" del Frantoio di Sant'Agata d'Oneglia della famiglia Mela, espressione identitaria per palati fini. Sarà possibile degustarlo nell'ambito della settima edizione del Forum Olio & Ristorazione

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Gli occhi puntati sul bicchiere dell’olio

L'olio al centro di ogni attenzione. Si avvicina il giorno del Forum Olio & Ristorazione, lunedì 27 maggio, e lo sguardo si rivolge al contenitore attraverso il quale si assaggia e si valuta l'olio extra vergine di oliva. In questa foto di Gianfranco Maggio l'artista Ornella Piluso in compagnia dell'oleologo Luigi Caricato

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