Davvero una situazione complicata: il mercato, a seguito delle ragioni più volte esposte in sede di commento nelle settimane precedenti (ovvero le piogge generose della seconda metà di marzo in Andalusia e diminuzione dei consumi), ha rarefatto le trattative: i confezionatori e i raffinatori, nella probabilità che le quotazioni nel prossimo futuro possano essere ancora inferiori, tendono a procrastinare le coperture. Nel contempo, la necessità di liquidare i produttori, spinge le cooperative e i frantoiani spagnoli a smaltire parte delle giacenze di merce, provocando affollamento nell’offerta.
D’altro canto gli stock di olio si riducono sempre più e si rischia di avere rialzi improvvisi nel momento di richieste per ulteriori acquisti (che in verità necessitano perché nessuno ha ritenuto opportuno riempire il magazzino con mercato indirizzato al ribasso).
In Tunisia siamo alla fine del Ramadan. Vedremo se dopo questo lungo periodo di rallentamento delle attività lavorative il paese nord africano continuerà a giocare un ruolo di primo piano per le esigenze dei grandi importatori spagnoli ed italiani.
Per quanto riguarda la Turchia ci sono forti pressioni per la liberalizzazione dell’export dell’olio alla rinfusa, in quanto gli esportatori lamentano l’accumulo di olio nei serbatoi a fronte di una prossima raccolta che dovrebbe essere buona.
Siamo in attesa di conoscere questa settimana i dati del mercato spagnolo (produzione completata di questa campagna e differenza tra rimanenze iniziali del primo marzo e rimanenze finali). Sarà un contributo per meglio comprendere le quantità complessive disponibili nel più grande paese oleario del mondo.
Prezzi franco partenza in autobotti.
Per la Turchia il prezzo è franco arrivo franco porta Compratore.